Culture. Eat it
12 Settembre 2019
Estrela da bica è musica per le papille.
In uno dei quartieri più caratteristici di Lisbona (Tv. do do Cabral, 33, non lontano dal Miradouro se Santa Catarina), il locale è molto piccolo e quasi non si riesce a passare tra i tavoli.
I piatti sono trattati come delle vere e proprie composizioni con materie prime di alta qualità, freschissime e quasi a km zero. Tutto proviene dal mercato locale dove ogni giorno vengono scelti gli ingredienti in maniera sapiente.
Il menu è basato su piatti di tapas portoghesi da condividere. Le ricette sono rivisitate ma riescono a mantenere la loro autenticità grazie al fatto che l’ingrediente (tipicamente portoghese) viene esaltato in maniera eccellente e non coperto da altri sapori.
Noi abbiamo ordinato della tartare di tonno delle Azzorre, del filetto di sardina grigliata servito su pan brioche e accompagnata da cetriolino sott’olio, dell’hummus delicato con verdure stagionali, dell’ottimo e morbido polpo bollito e grigliato con patata dolce e broccoli, dell’insalata di papaya versione thai ed infine del gazpacho fresco.
Il tutto accompagnato con dell’eccellente vinho verde portoghese naturale proveniente dalla campagna alentejana (regione brulla a sud di Lisbona).
Il menu cambia settimanalmente proprio in base alla disponibilità del mercato ma la prima impressione è stata ottima, tanto da poterlo consigliare come uno dei posti del cuore di questa splendida città!
Il locale parla da se anche visivamente: Estrela da Bica si presenta con un arredamento curato e basato sul riciclo; un’atmosfera d’altri tempi con sedie tutte spaiate e tavolini vintage.
Una vera “local star” da non perdere se di passaggio a Lisbona!
Ah, raccomandiamo di terminare il pasto con una ginginha (celebre liquore portoghese a base di amarene)!! DI-VI-NO !
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Autore
biografia:
Avvocato e brand manager. Amiche e sorelle. Marito e moglie, o forse moglie e moglie. Entrambe condividono le stesse passioni: il cibo, il vino (tanto), i viaggi. Rocambolesche, simpatiche, matte, affette da sindrome di wanderlust. Parigi le ha unite, ora amano perdersi nel mondo e ridere. Per Federica il motto è: “chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna” (W. Bonatti) Per Margherita il motto è: “il mio unico limite: il cielo”.