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9 Settembre 2019

il libro sul comodino

Almarina: quando un nuovo inizio è possibile

di Ramona Lucarelli

Almarina ha una voce intima, calda, che rapisce.

È la voce di Elisabetta Maiorano, un’insegnante di matematica del carcere minorile dell’isola di Nisida; è lì che incontra Almarina, una nuova giovane detenuta che nella valigia porta con sé violenza, abusi e abbandono.

Elisabetta è l’insegnante che desidera preparare al futuro mentre Almarina l’allieva che non ha altro che il suo passato con cui vivere e convivere perché dal presente non intravede che il mare, quello stesso mare che nella copertina del libro la avvolge.

Ma lei ci prova, Elisabetta, nella speranza che una volta liberi possano ricominciare:

Vederli andare via è la cosa piú difficile, perché: dove andranno. Sono ancora cosí piccoli, e torneranno da dove sono venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui.

Almarina di Valeria Parrella

In fondo è proprio questo che Valeria Parrella racconta in Almarina, la storia di un nuovo inizio possibile.

Elisabetta e Almarina vivono due solitudini perché non solo l’allieva ma anche l’insegnante è bloccata nel passato, nel ricordo di una vita insieme ad Antonio, suo marito.

Non ci baciammo quella sera, né le volte subito dopo: non c’era più fretta ora che ci eravamo incontrati. Procedemmo con la cura che meritano le cose eterne.

Un amore che forse ha fatto i conti con quell’eternità prima del tempo. Lui che con la sua scomparsa ha portato via con sé anche l’amore e la tenerezza, lei che da quel giorno ogni mattina entra a Nisida lasciando il suo mondo di dolore, vedova e senza figli.

“Tutto ciò che scegliamo si rivelerà sbagliato se saremo tristi, e giusto se saremo felici.”

Almarina ed Elisabetta cercano la forza di guardare al futuro e insieme scoprono di trovarla l’una nell’altra: nella tenacia dell’insegnante e nella speranza dell’alunna.

Io mi sono legata ad Almarina così, mentre guardavamo il mare, e le ho raccontato che mio marito era un magnifico nuotatore.

Dentro le parole Valeria Parrella toglie il velo a quella società che non ci piace guardare, a quei giovani che vediamo in bilico tra la vita che vivono e che invece potrebbero avere, tra la libertà e la possibile mancanza di libertà, la prigione. E quando lo fa l’autrice lo fa senza paura o esitazione:

Quando li osservo dal balcone, di notte, seduti sui motorini fino a tardi, a emettere suoni disarticolati, a non rendersi conto che è mezzanotte, capisco che loro non vedranno i murales che noi abbiamo dipinto proprio per loro al parchetto giallo, non vedranno nella matematica che abbiamo spiegato fino a esaurirci l’aereo che li porterà lontano. Che non sentiranno la musica jazz. E provo rabbia e pena, e allora me ne torno a letto e, nella notte, sono anche contenta di sentirli parlare. Perché se parlano non spacciano, finché parlano non si picchiano, dove stanno le parole non ci sono i coltelli.

Ho amato molto questo romanzo ma ho amato Almarina anche per un altro motivo. Con le sue delicate e sussurrate parole la Parrella ha fatto riemergere angoli di Napoli che porto da sempre con me:

A Piedigrotta infilo la galleria e, mentre sto sotto – tubi di scappamento, luci di posizione, frenate rosse, uno che sorpassa sulla destra -, sopra la mia testa scorre la tomba di Leopardi e una pietra rettangolare, che vidi tanti anni fa, su cui c’era scritto che è sepolto lì pure Virgilio. (“Ma poi che importa se è vero”, disse il ragazzo che mi ci aveva portato: stavamo lì solo per baciarci, non per i morti, né per la poesia).

Quella stessa galleria che nei miei ricordi porta al lungomare di Mergellina, al caffè freddo e a mio nonno che voleva mostrarmi tutto questo.

Un libro può avere la stessa ambizione della musica: essere ascoltato con il cuore.

Tempo di Lettura

tre sere con Almarina

Photos: Sara Cartelli

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Autore

Ramona Lucarelli

Per aspera ad astra

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Ramona Lucarelli

biografia:

È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.

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