Culture. Eat it
1 Ottobre 2020
La maggior parte di noi identifica la canzone Nel blu, dipinto di blu (1958) con la parola che apre il ritornello, Volare, e sono piuttosto certa che conosciamo quasi perfettamente anche tutte le altre parole del testo.
Franco Migliacci è autore insieme a Domenico Modugno di una delle canzoni simbolo della musica italiana nel mondo e in una delle versioni date si racconta sia stato a sua volta ispirato da un artista: Marc Chagall.
Sembrerebbe che i versi della canzone siano stati ispirati dal quadro Le coq rouge dans la nuit (1944), letteralmente Il gallo rosso nella notte.
Quel nel blu dipinto di blu è l’intensissimo colore della notte dipinta da Chagall. La moglie Bella, il grande amore della sua vita, muore in quello stesso anno nella notte del 2 settembre.
Se l’amore di Chagall fosse uno degli stati della materia, sarebbe senza alcun dubbio quello aeriforme. Il suo amore per Bella è vento, è brezza, è corpo che si fa leggero per sollevarsi da terra. Le loro anime fluttuano nel blu fino a sfiorarsi.
Quel gallo rosso che mette fine alla notte racconta l’ultimo volo di due innamorati felici di stare lassù in una notte che suona una musica che solo loro possono sentire o forse no, perché quelle note cantano per noi una canzone che tutti conosciamo:
Penso che un sogno così non ritorni mai più.
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu;
poi d’improvviso venivo dal vento rapito,
e incominciavo a volare nel cielo infinito.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.