Culture. Eat it
5 Settembre 2016
“Papà, ma perché la mamma va sempre a Milano per lavorare?
Ma non ci va mica sempre, Ginevra. Andrà una volta al mese.
E perché tu invece sei sempre qua?
Bè, perché io faccio i disegni da casa e poi li spedisco in redazione, non ho bisogno di andare fino a Milano per cose di lavoro. E poi così posso stare con voi, no?
Mi fissa con insistenza.
A te non ti vuole vedere nessuno, vero, papà?
Già.
Stasera prendiamo la pizza?
Va bene, Ginevra. Fra un pochino telefono.
Speriamo che ti rispondano.”
Oggi vi presento Matteo Bussola.
È un “padre, figlio, amico, cuoco, chitarrista, giardiniere, disegnatore, amante, lavatore di piatti (…) ma “la prima cosa è l’unica che lo contenga per intero”.
Questo non è solo un libro sulla paternità.
Quella che il signor Bussola racconta è l’esperienza di vita di un uomo che guarda alla sua quotidianità cercando magia e straordinarietà e le trova. Forse lo stupore è qui racchiuso: caro lettore ti divertirai, riderai, finirai per considerare anche tu straordinaria la sua vita popolata da tre deliziose e ironiche “follette” e voltata l’ultima pagina avrai il cuore pieno, il sorriso disteso e gli occhi carichi di sogni concreti. Non solo voli pindarici – utili e necessari anche quelli – ma desideri terribilmente normali.
Qualcuno li chiama “istanti di irripetibile normalità”, io aggiungo di incredibile bellezza.
E se è vero che l’amore non deve durare ma deve crescere, io dico – secondo il mio modesto parere – che lui sta facendo un ottimo lavoro.
Durata della lettura: una storiella al giorno
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.
