
Culture. Eat it
18 Settembre 2016
Le parole possono essere magiche ma lo abbiamo dimenticato. Oggi le usiamo per criticare (spesso), per confidarci (sempre meno), per insultare (“a gratis”), per scusarci (quasi mai) e raramente per dichiarare un amore. È vero anche che oggi ci vuole coraggio e un pizzico di follia per cimentarsi in una serenata, quando la figuraccia – che prima era esclusiva di pochi amici fidati – può diventare virale in trenta secondi.
Ma cosa stiamo perdendo?
Una donna non può saperlo se non vedendo un vecchio film o leggendo un buon libro, come quello di cui vi sto per parlare: Serenata senza nome di Maurizio De Giovanni.
Questa volta c’è anche un sottotitolo: notturno per il commissario Ricciardi. È lui a ricercare il bandolo della matassa di questa storia noir ambientata a Napoli negli anni ’30.
State cercando l’amore? L’indagine? Qualche risata? Questa storia fa per voi!
Troverete tutto, e quando dico tutto dico l’attrazione tra Cettina e Vinnie, la saggezza del commissario che va oltre le apparenze, la cruda genuinità di personaggi come “Bambinella” e un mondo magico che, nonostante i suoi difetti, sembra preferibile a quello odierno.
È la magia che risiede nelle serenate d’estate – la stagione giusta – nella ricerca del “concertino”, in quella ritualità di gesti che si ripetono sempre uguali ma con destinatari e contenuti differenti. Perché – come dice l’autore – la serenata “si porta”, non si canta.
È il messaggio che conta, quindi forse c’è ancora speranza!
Donne, non aspettiamoci una serenata in grande stile ma magari chissà c’è ancora tempo per un biglietto d’amore.
Ringrazio la mia amica bibliotecaria Elisa che mi ha spesso parlato di De Giovanni.
La sua passione ora è anche la mia. Spero di fare lo stesso effetto a voi.
Durata della lettura: qualche sera
Photography: Sara Cartelli.
© Immagini The Eat Culture.
Autore

biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.