Culture. Eat it
25 Settembre 2017
Come dalle pagine di un diario la voce di Lucy affiora per raccontare la sua storia, ecco a voi:
Il giorno che aspettiamo di Jill Santopolo.
Tutto ha inizio l’11 settembre 2001, il giorno in cui Lucy incontra Gabe, il giorno in cui l’America vive uno dei momenti più brutti e dolorosi della sua storia.
Lo spazio di tempo è lungo tredici anni.
Lucy colleziona una serie di ricordi: si laurea, diventa produttore esecutivo di una trasmissione per bambini, incontra un altro uomo (Darren), diventa madre.
Lucy vive pienamente la sua vita o almeno ci prova.
Perche la storia è abitata dal fantasma di Gabe che con brevi incursioni fa irruzione mettendo a rischio l’equilibrio faticosamente raggiunto.
Eppure si ha la sensazione che quella di Lucy assomigli ad una lunga attesa.
Jill Santopolo scrive quello che sarà definito l’esordio più conteso dell’anno, pubblicato in ben 30 paesi.
Cosa lo rende così desiderabile? Non l’originalità ma sicuramente la suggestiva scrittura dell’autrice.
“Hai mai cambiato idea Gabe?”,
“Ha funzionato, almeno all’inizio?”,
“Se avessi ascoltato cosa volevano dirmi cuore e cervello, saremmo qui, oggi?”
Lucy interroga Gabe come se fosse davanti ai suoi occhi e forse è un po’ così.
Sono proprio quelle domande lasciate in sospeso che ci fanno percepire come veri la passione e la perdita, il senso di abbandono e la forza che da esso scaturisce.
Molti hanno detto che questo romanzo strizza l’occhio a Un giorno di David Nicholls.
Non condivido a pieno il riferimento. Lucy è forte ma scende a compromessi. È innamorata ma non leale con se stessa fino in fondo. Lucy non è Emma.
Il suo unico punto di vista non è forse abbastanza per rendere indimenticabile questa storia d’amore.
E noi, quale Il giorno che aspettiamo?
Io aspetto l’oggi, che scorre lento e non so ancora cosa mi riserverà, e forse un po’ il domani.
Non sarei capace di vivere un presente così pieno di passato, come fa Lucy, ma la sua storia – Il giorno che aspettiamo – contiene un suggerimento d’amore che abbraccio:
Era una passione che trascendeva il tempo, lo spazio, la logica.
Ti auguro di trovare un amore così, un amore così potente che ti sembrerà d’impazzire.
E, se lo trovi, accoglilo.
Tienitelo stretto.
Quando ti concedi di vivere un amore così, sappi che forse ti farà soffrire.
E ci starai male.
Ma ti sentirai anche invincibile e infinito.
Durata della lettura
un giorno
Ph. Sara Cartelli
© The Eat Culture
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.