Culture. Eat it
30 Gennaio 2017
La pazienza è amara ma il suo frutto è dolce.
Non c’è dubbio che se Jean-Jacques Rousseau avesse conosciuto Fiorentino Aziza gli avrebbe dedicato questa sua riflessione. In fondo Florentino ha aspettato solo cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni notti comprese perché l’amore facesse ritorno nella sua vita, questa volta per restare.
E’ curioso sapere che per quante volte ci chiediamo che cos’è l’amore poche sono quelle in cui rispondiamo attesa. Aspettare è qualcosa che non fa più nessuno, figuriamoci aspettare che a fare ritorno sia qualcuno che non è mai stato “nostro” veramente. Come ci è riuscito quindi Florentino? con la tenacia? la perseveranza? lo spirito di sacrificio? la poesia? in effetti non è forse un caso che l’autore nel pensare ad un innamorato così tenace lo abbia immaginato anche un po’ poeta, a conferma del fatto che se anche lui morisse la sua poesia sopravvivrebbe oltre il tempo, come a volte è in grado di fare l’amore.
Ad ogni modo non c’è risposta in grado di contenere tutto il sentimento che ho percepito nel romanzo L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez.
Quel che è certo è che il sentimento di Florentino per Fermina Daza – la più bella ragazza dei Caraibi – è stato eterno: egli ha saputo lottare in silenziosa speranza anche per lei che, dopo il suo matrimonio con il medico Juvenal Urbino, ha continuato a vivere come se Florentino non fosse esistito. Eppure c’era stato tra loro un tempo fatto di una fitta corrispondenza che profumava già d’amore, tanto da spingerlo a chiederla in sposa senza però ottenere il benestare del padre.
Famelici sfoglierete pagina dopo pagina in attesa di un loro ritorno, di un loro momento propizio e quando leggerete queste parole
sapevo che saresti stata troppo orgogliosa per tornare, così ho deciso di venire a prenderti
avrete la certezza che il frutto era finalmente maturo.
Durata della lettura: dieci notti
Ph. Sara Cartelli
© Immagini The Eat Culture.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.