Culture. Eat it
25 Gennaio 2017
Mentre scrivo è il terzo lunedì di Gennaio.
Viene chiamato “Blue Monday” e quella che si inaugura è considerata la settimana più deprimente dell’anno: le vacanze di Natale sono oramai un ricordo e quelle che verranno, ahimè, troppo lontane anche solo per immaginarle (tranne che per noi, ovviamente!).
Blue Monday a me fa venire in mente il nostro ultimo viaggio a Marrakech perché mi sono innamorata del blu accecante delle pareti dei Jardin Majorelle ed il blues mi fa sempre compagnia quando io e Fede ripartiamo separate, lei a Milano ed io a Londra.
Il nostro ultimo pomeriggio marocchino lo abbiamo trascorso facendo ritorno ad un caffè con la terrazza affacciata sul Marchèes des epices (da cui prende il nome), il Caffeè des Epices, in Place Rahba Lakdima, nel cuore pulsante della Medina.
Le esplosioni di colori, rumori e profumi di quella piazza ti catturano senza darti tregua: spezie, erbe, olii profumati, mercanti che gridano ed il tempo che scorre fluido, così diverso da quello a cui siamo abituate quando ritorniamo di corsa alle nostre vite da metropoli.
Immaginatevi per un attimo il sole che tramonta, la luce abbagliante dei cieli africani con le montagne dell’Atlante a fare da cornice.
Io (oltre al figo del tavolo di fianco) ricordo il sapore della tajine di pollo al limone che bilanciava perfettamente il sapore forte della paprika. Le verdure erano morbide, si scioglievano in bocca ed il pane bianco da dividere in due accompagnava tutto con la bellezza delle cose semplici.
Niente gin tonic, per una volta!
Sul tavolo già affollato c’era solo lo spazio per il tradizionale the alla menta marocchino da gustare insieme alle chiacchiere lente e leggere, come l’aria attorno.
Ci torneremo, a Marrakech (magari io proprio col figo del tavolo di fianco), ma prima chissà quale sarà la nostra prossima meta, sempre alla ricerca di amori impossibili, avventure memorabili e storie da raccontare.
M.
Autore
biografia:
Avvocato e brand manager. Amiche e sorelle. Marito e moglie, o forse moglie e moglie. Entrambe condividono le stesse passioni: il cibo, il vino (tanto), i viaggi. Rocambolesche, simpatiche, matte, affette da sindrome di wanderlust. Parigi le ha unite, ora amano perdersi nel mondo e ridere. Per Federica il motto è: “chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna” (W. Bonatti) Per Margherita il motto è: “il mio unico limite: il cielo”.