Proprio come te di Nick Hornby: l’amore è questione di frequenza? Quanto conta essere affini o diversi nella vita di coppia?

Proprio come te. Quante volte nel descrivere il nostro tipo ideale finisce per assomigliarci?

Perchè cercare qualcuno che ci somigli in gusti e pensieri ci sembra fondamentale per innamorarci.

Il nuovo romanzo di Nick Hornby ci dice invece che per amare e, perché no, perché funzioni non è sempre necessario trovare qualcuno proprio come noi.

Libro: Proprio come te di Nick Hornby

Proprio come te è per certi versi la storia che non ti aspetti. I protagonisti sono Lucy, un’insegnante di lettere quarantuduenne, e Joseph, un macellaio ventiduenne alle prese con altri due lavori e una passione per la musica.

Come se non bastasse la differenza d’età, Nick Hornby immagina due protagonisti di diversa estrazione sociale e dal diverso colore della pelle e sembra chiedersi:

Quanto conta essere affini o diversi nella vita di coppia?

Hornby ci fa dono di una possibile risposta con un libro che si fa leggere tutto d’un fiato. Il perché è senza dubbio dovuto alla sua prosa: scorrevole, ironica e simpaticamente quotidiana.

I dialoghi di Hornby sono credibili, esilaranti e sono anche tra le cose più belle lette negli ultimi mesi:

“Lo chiedo per un’amica” disse.
“Be’, dille che per il momento non c’è, ma stiamo cercando di organizzarlo.”
“Sono io l’amica” disse lei.
“Di chi sei l’amica?”
“Di solito si dice così, no?” disse lei. “Lo chiedo per un’amica. Tipo: ‘Sai cosa posso fare per parlare con quel fusto che lavora in palestra e non si accorge mai di me? Lo chiedo per un’amica’.”
“Non ti seguo”.
In realtà la seguiva eccome.
“Okay, diciamo che c’è un gran fico che lavora in palestra.”
“Sì.”
“Be’, come faccio a parlarci?”
“Te lo posso presentare.”
“E se fossi tu?”
“Io?”
“Santo cielo. Sì.”
“E l’amica la conosco?”
La stava prendendo in giro, divertendosi tanto a flirtare quanto a irritarla.
“Sono io l’amica, cazzo.”
“Tu sei l’amica e anche l’amica dell’amica?”

La leggerezza che si scorge nella sua scrittura non è banalità.

Lucy è una donna con due bambini e un ex marito alcolizzato che incontra Joseph, un giovane ragazzo di colore che nei fine settimana lavora in una macelleria di un quartiere borghese. Tra i due scatta qualcosa che assomiglia molto all’amore.

Joseph diventa il babysitter dei figli di Lucy e in quei primi dialoghi abbozzati via sms, tra una punteggiatura che si fa sexy e le differenze che affiorano come ragioni per non stare insieme, nasce un sentimento.

Presto però fanno i conti con l’imbarazzo dei balli “fuori tempo” di Lucy e della giovane età di Joseph; con i pregiudizi di una mamma, quella di Joseph, che non vede un futuro con una donna con vent’anni e due figli in più, e quelli di una “Londra bene” che non crede come possa funzionare tra una donna bianca e un ragazzo nero dei quartieri popolari.

Ma Proprio come te non è una commediola romantica.

Hornby non dà soluzioni, non pensa e cerca un lieto fine ma ci suggerisce di pensare al presente:

E proprio per questo Lucy era speciale: lei lo tirava dentro il presente. […] E forse in questo non c’era futuro, ma c’era il presente, e proprio in questo consiste la vita.

L’amore è questione di frequenza.

In una coppia la musica può far sentire l’altro giovane o vecchio ma può anche farti sentire orgoglioso, come Lucy lo è della musica di Joseph, o teneramente felice e innamorato, come quando Joseph guarda Lucy dimenarsi sulla pista insieme ai suoi amici.

Sullo sfondo della Brexit, di quel leave o remain, Lucy e Joseph dovranno scegliere se lasciare o restare.

Quando penso al potere della musica mi viene in mente una frase di un romanzo di Nick Hornby:

La musica sentimentale ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.

È tratta dal romanzo Alta fedeltà, ne ho parlato qui.

Se, come me, amarete Nick Hornby non potrete non fare la conoscenza di Rob Fleming e del suo incredibile negozio di dischi, il Championship Vynil.