Culture. Eat it
11 Gennaio 2018
Tel Aviv è un luogo incredibile: una città saldamente ancorata alle sue radici medio orientali rivolta verso l’occidente. È energia allo stato puro, è caos, è il canto del muezzin e il suono delle campane che chiama i fedeli alla messa della domenica, è la confusion colorata dei suoi mercati affollati e la quiete che cala al tramonto del venerdì per lo Shabbat.
È una città con poco passato (relativamente nuova in termini anagrafici) e un futuro incerto – penso sia proprio questo il motivo che la rende così viva e contraddittoria, quasi come una donna perennemente in lotta per raggiungere la sicurezza del corpo che abita.
Ci sarebbero pagine e pagine da raccontare sul cibo israeliano, sulle sue tradizioni ed i significati, le spezie ed i colori che ti catturano ad ogni angolo di strada: le tradizioni culinarie sono lo specchio di questo paese complicato e multietnico.
Imperdibile è un giro al mercato Lewinsky: street food israeliani, libanesi, yemeniti si fondono con i passanti che si mescolano ad altri passanti.
Per chi è alla ricerca dei sapori autentici un must è sicuramente Azura (Mikveh Israel St 1, Tel Aviv-Yafo, Israe), un locale tradizionale in cui fermarsi per un pranzo di cui non vi scorderete tanto facilmente.
All’entrata, la prima cosa che salta all’occhio sono le fumanti pentole sul fuoco con stufati di ogni sorta: goulash di agnello, varie “Kubbeh” (zuppe con dumpligs ripieni di carne), moussaka e kebab – un’esplosione per occhi e palato!
Da non perdere è l’hummus condito con ceci tiepidi, fave, olio d’oliva e prezzemolo accompagnato da una pita soffice, fatta in casa: una delizia senza fine.
Insomma tutta la varietà del Medio Oriente servita in questo locale semplice e familiare!
Image courtesy Azura
Photos: Sara Cartelli
Autore
biografia:
Avvocato e brand manager. Amiche e sorelle. Marito e moglie, o forse moglie e moglie. Entrambe condividono le stesse passioni: il cibo, il vino (tanto), i viaggi. Rocambolesche, simpatiche, matte, affette da sindrome di wanderlust. Parigi le ha unite, ora amano perdersi nel mondo e ridere. Per Federica il motto è: “chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna” (W. Bonatti) Per Margherita il motto è: “il mio unico limite: il cielo”.