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Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: storia di una copertina

Culture. Eat it

28 Ottobre 2020

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Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: storia di una copertina

di Sara Cartelli

È il 1 giugno del 1967, giorno in cui vede la luce Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, un album destinato a fare la storia della musica per i brani in esso contenuti e per la sua copertina.

Un ritratto fotografico che unisce mezzi espressivi differenti come la scenografia, la pittura, il collage e la composizione floreale. Una vera e propria opera d’arte che, nel 1968, valse un Grammy Award alla coppia di artisti (allora anche nella vita) Peter Blake e Jann Haworth.

Tutti i lavori dei Beatles sono affascinanti perché dietro ad ognuno si rincorrono molteplici storie che danno una dimensione fantastica al loro operato e anche quella di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band lo è. E lo è perché, come sempre quando si parla dei fab four, non esiste un’unica verità.

A cominciare dall’idea della cover. Sir. Paul McCartney sostiene fosse sua e che sia stata poi concretizzata in un disegno da John Lennon. Jann Haworth ne dà invece una versione totalmente diversa: sua fu l’intuizione di dare all’immagine una dimensione tridimensionale ponendo il quartetto davanti a un collage di volti noti.

Quello che sappiamo per certo è che il duo Blake-Haworth chiese ai Beatles un elenco di personaggi che fossero per loro d’esempio o d’ispirazione. Ne volevano 70, ma ottennero a malapena venti nomi. I volti finali furono 67 e comprendevano filosofi, economisti, scienziati, scrittori e celebrità come Marilyn Monroe, Karl Marx, Edgar Allan Poe e Bob Dylan. Non tutte le proposte però vennero accontentate. John Lennon avrebbe voluto Gesù e Adolf Hilter in copertina insieme a Ghandi. Il primo e il secondo vennero scartati per ovvi motivi: sacrilegio e provocazione incomprensibile, mentre utilizzare Ghandi avrebbe potuto compromettere le vendite in India, così la sua immagine venne sostituita dalla fronda di una palma.

Per non essere citati in giudizio i Beatles chiesero il permesso per l’utilizzo dell’immagine a ogni celebrità vivente. Alcuni rifiutarono, qualcuno chiese un compenso economico, altri, come Albert Einstein vennero nascosti al momento dello scatto (la figura di Einstein è oscurata da John Lennon).

Ogni immagine venne stampata, ritagliata e fissata su un pannello e tutti i personaggi a colori vennero dipinti a mano dalla stessa Haworth.

In copertina, come si può notare, i Beatles compaiono due volte, al centro con delle uniformi sgargianti simbolo della lotta al conformismo e all’omologazione e, a fianco sulla sinistra, nella loro versione di cera. Le statue dei quattro furono un prestito del Madame Tussauds, che consegnò loro anche le raffigurazioni di Diana Dors, H.G. Wells, Lawrence d’Arabia e Sonny Liston.

Per completare l’allestimento ci vollero due settimane di lavoro. La scritta Beatles avrebbe dovuto essere composta da ciclamini, dico avrebbe perché quelli che vedete in foto sono in realtà dei giacinti consegnati per errore dal fioraio.

Ultima curiosità. Nel retro copertina compaiono nuovamente i 4 Beatles, ma questa volta Paul McCartney è voltato di spalle. I sostenitori della morte di McCartney ritengono che quella sia una delle prove a sostegno della loro teoria. Il vero Paul è morto ed è stato sostituito da un sosia. Dove si trovi il corpo del vero McCartney non è dato sapere.

Sgt. Pepper's Lonely Hearts club band - The Beatles cover

Photos: Sara Cartelli

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Sara Cartelli

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Sara Cartelli

biografia:

Copywriter, folletto tuttofare e mamma con una passione smisurata per la fotografia. La scrittura è una medicina che le permette di esprimere la propria personalità e far emergere la sua vera voce. Meglio di uno psicanalista. Alla perenne ricerca di una strada da seguire, al momento, preferisce perdersi.

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