Culture. Eat it
6 Luglio 2020
A Giverny “la luce è unica: non si trova uguale in nessun’altra parte del mondo”.
Claude Monet se ne era innamorato fin dal primo momento, nel lontano 1883. L’amore per Giverny, il piccolo villaggio della Normandia, è stato così grande da stabilirvisi negli ultimi quarant’anni della sua vita.
L’intensità dell’azzurro del cielo, i colori vibranti dei fiori e i loro profumi, la brezza leggera del vento, a Giverny la natura si fa musa ispiratrice perché Monet cura il suo giardino con la devozione di un artista.
Un viale del giardino di Monet a Giverny (1902), custodito presso il Belvedere a Vienna, riprende il sentiero che conduce all’ingresso della sua casa.
Il ripetersi dei soggetti dice molto più del pittore che di ciò che è rappresentato, e di Monet racconta la passione per un luogo che è diventato per lui oasi di pace, amore e serenità.
Aiuole ordinate, viottoli ombrosi, stagni delle ninfee, un arcobaleno di colori: ad ognuno la sua Giverny.
Autore
biografia:
È una storica dell'arte, ottimista ed empatica per natura. Immagina un mondo nel quale seminare gentilezza e provare felicità nelle piccole cose. Fin da bambina è innamorata delle storie, per The Eat Culture mangia libri e arte. Per aspera ad astra recita l'unico tatuaggio che ha sulla pelle. È lì per ricordarle che la strada che porta ai suoi sogni non sempre è facile ma qui non ci si arrende, mai.