Home > menù degustazione > Il corpo che abito

Culture. Eat it

3 Marzo 2022

menù degustazione

Il corpo che abito

di Kristel Cescotto

Veste attillato questo corpo. A volte invece sento di navigarci dentro, come gli ultimi biscotti sul fondo del vaso.
Pizzica, stringe. Ogni tanto pure prude, quando lascia intravedere anche ciò che non voglio. Ogni tanto culla, quando mi rende grata e felice di ciò che mostra.
Ogni tanto inganna, ma, in verità, non so chi sia l’ingannato.
Il corpo che abito è fatto di bordi taglienti come lame. E di forme morbide, come panini al burro.
È fonte di piacere, a volte di orgoglio.
Ha lati pungenti, a tratti insopportabili. Altri amabili, che sanno dei cieli stellati di quando l’erba profuma.
È portatore di segni che odiavo prima e ho accettato poi, infinite le volte che sognavo una gomma così potente da cancellarli per sempre.

Ma il corpo che abito è uno solo. È il mio. Sono io. Con tutte le crepe, gli stucchi e i pezzi d’arte alle pareti.
E in fondo chissene se per riconoscere le mie tette allo specchio devo fare come Cameron Diaz ne La cosa più dolce. Ché l’importante è farlo col sorriso sulla faccia.

Il corpo che abito è tempio di Anima e di Cuore, è giardino della vita, è finalmente Casa.


L’avete capito: in questo marzo ’22 vogliamo parlare di corpo. L’argomento è davvero ampio e passiamo la palla a voi. Cosa provate quando udite il suono di questa parola? Quali sentimenti? Cose belle, brutte o cose nì? Insomma ditecelo forte. Noi vi si aspetta all’hashtag #ilcorpocheabito per raccontarlo assieme, in tutte le sue poliedriche sfaccettature, qui, su Instagram, Facebook e Twitter.

Photos: Sara Cartelli

SPREAD THE CULTURE

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo subito!

Autore

Kristel Cescotto

Omnia vincit amor

email me

follow me

Kristel Cescotto

biografia:

Cogitatrice impegnata, praticante dell’Amore Universale, su di lei nemmeno una nuvola. A 30 anni non ha ancora la minima idea di come vuole essere a 32: una, nessuna ma forse non centomila. Grazie al cielo tutto scorre. Panta rei. E alla fine, come in uno splendido giardino Bahai, verrà estasiata da un’illuminazione. E vivrà per sempre felice e contenta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NEWSLETTER

Join the eat culture

La cultura da mangiare che
non teme la prova costume.

Entra a far parte
della nostra famiglia!