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Ricetta secondo piatto vegetariano: polpette di lenticchie al sugo

Culture. Eat it

7 Giugno 2019

secondi & co.

Polpette di lenticchie al sugo

di Kristel Cescotto

Oggi vi porto ad Oriente, dove gli ingredienti più poveri incontrano i sapori più ricchi. Come succede nelle polpette di lenticchie al sugo. Vi porto in India, dove sapori e profumi sono talmente intensi da confonderti, i suoni da stordirti.
Vi porto in un luogo dell’anima che mi ha rubato il cuore.

A Mumbai mangiavo lenticchie a cadenza quotidiana, dalla colazione alla cena. Mi svegliavo e, ancora in vestaglia, bevevo un chai allo zenzero. Poi ci si preparava per la giornata. Si faceva colazione tutti assieme, la famiglia riunita al completo, ognuno rendeva partecipe gli altri di come si sarebbe svolta la propria giornata e si disquisiva di come l’uno avrebbe potuto aiutare l’altro nei reciproci piani. Intanto Ram – Santo Ram – serviva la colazione, salata e composta da variopinte ciotoline disposte al centro del tavolo. Almeno un paio di queste contenevano, a rotazione:

  • idli – polpette al vapore a base di farina di riso e lenticchie;
  • vada – frittelle salate di lenticchie;
  • dosa – delle crepes arrotolate croccanti da un lato e morbide dall’altro; anche queste a base di farina di riso e lenticchie, da farcire poi con ciò che preferisci: dalla cipolla e coriandolo ai pomodori alle patate;
  • sambhar – una zuppetta di lenticchie con carote, cipolla, pomodori, tamarindo, curcuma e spezie varie.

Quest’ultima era la mia preferita, abbinata a dello yogurt fatto in casa. Ed è assurdo quanto qui ed ora, in Friuli, mi sentirei folle a mangiarla a colazione. Eppure là aveva il suo perché, che ha certamente a che fare con l’energia che si respira in quella parte di mondo così complementare alla nostra.

Una cosa che imbarazza, di primo acchito, noi occidentali è il fatto che le posate sono concepite unicamente nei piatti da portata. Tutto ciò che finisce nel tuo piatto va mangiato rigorosamente con le mani.
Un esercizio di stile non far colare le millemila salsine fino al gomito.

A proposito di lenticchie, nonostante io abbia adottato tutte le precauzioni che si addicono a un bravo – e addomesticato alla prudenza – viaggiatore occidentale (con tanto di Amuchina in borsa e il mantra “non mangiare niente di crudo + sbuccia frutta e verdura + bevi solo bibite in bottiglia sigillata” onnipresente nella testa) vuoi per le spezie, vuoi per n° altre cose, al terzo giorno in India mi è presa una Maledizione di Tutankhamon indiano che: please send help. Insomma questo per dire che la collezione di disinfettanti intestinali che avevo messo in valigia (suppongo che in un’ipotetica sfida contro un rappresentante farmaceutico avrei vinto io in quanto a varietà di scelta) è stata inutile a paragone dei rimedi locali.

Ram, l’angelo della casa, colui che si occupava dei pasti, delle pulizie e in parole povere di tutto, quando ha saputo che stavo male (ma ragazzi ve lo giuro, un malessere gastro-intestinale inenarrabile) mi ha dato un bicchiere d’acqua con delle gocce ayurvediche che mi hanno sì fatto perdere la sensibilità del cavo oro-faringeo e odorare di negozio new age per giorni e giorni, ma mi hanno anche rimesso a nuovo in un’ora – inutile dirvi che sono tornata in Italia con una scorta di questi flaconcini degna di farmi fermare alla dogana per traffici illeciti, cosa che grazie a Dio non si è poi verificata.

Per chi se lo stesse chiedendo, chiamano questa medicina con un nome tipo Amrithdara (che ho scritto sicuramente in modo sbagliato ma non lo trovo su Google e nella confezione, a parte gli ingredienti, è scritto in Indi) che significa panacea per tutti i mali. Comunque Ram ha accompagnato questa medicina a una ciotola di riso e lenticchie condite con ghee. Ricordo di aver pensato “ma mi vuole uccidere? Lenticchie, seriously?”.  E invece vi dico che mi ha rimessa a nuovo in un paio d’ore. Tant’è che ho festeggiato la resurrezione del mio apparato gastrointestinale con una fettazza di Mumbai pizza – che per inciso è una pizza alta come una torta farcita con formaggio, pollo e peperoncino come se piovesse. E sono ancora qui a raccontarvelo.


Solo per divi che ieri avevo voglia di lenticchie. Le volevo in una veste nuova. E ero vogliosa pure di polpette al sugo, ma la carne rossa l’avevo già mangiata e mi sono imposta di non farlo per più di una volta a settimana. Dunque, facendo di necessità virtù, ho escogitato queste polpette vegetariane saporitissime, veloci e agili da fare. Giuro che hanno una consistenza e un sapore così nobile da non farvi rimpiangere troppo quelle di carne. E l’organismo ringrazia.

Viaggio è movimento. Quando ti muovi l’orizzonte cambia, è diverso per ogni passo avanti così come per ogni passo indietro. Cambiano colori, luci, forme di terra che toccano il cielo.
Perché la chiave del viaggio si infila in quella toppa chiamata orizzonte. Al suo schiudersi svela pensieri nuovi, mutate prospettive, conoscenze agognate. Per questo gli orizzonti erranti – siano essi fisici oppure figli della mente – sono i più belli. Movimento e cambiamento sono aspetti imprescindibili della vita, non lo è forse anche il viaggio?

Donne in un campo di colza e polpette alle lenticchie

Polpette di lenticchie al sugo – la ricetta vegetariana

INGREDIENTI (Serves 4)

  • 100 g di lenticchie marroni
  • 100 g di lenticchie rosse decorticate
  • un quarto di cipolla bianca
  • un pezzettino di aglio fresco
  • 50 g di pane in cassetta
  • prezzemolo fresco q.b.
  • un uovo intero
  • zenzero, paprika dolce, pepe nero macinato q.b.
  • 200 ml di passata di pomodoro
  • una manciata di pomodorini freschi
  • un pizzico di zucchero integrale di canna
  • sale e olio evo q.b.
  • foglioline di basilico, menta fresca e zeste di limone per servire

PROCEDIMENTO

Come preparare delle golosissime polpette vegetariane al sugo

  1. Sciacqua e lessa le lenticchie per 15/20 minuti in acqua salata. Una volta cotte scolale e lascia raffreddare nel colino così che si asciughino per bene (io solitamente le lascio una notte a scolare per stare serena, ma due o tre ore dovrebbero bastare).
  2. Frulla assieme le lenticchie, il pane, l’uovo, le spezie, la cipolla e l’aglio.
  3. Forma delle piccole polpette di lenticchie e pane.
  4. In un fondo d’olio evo fai saltare i pomodorini tagliati in quarti, versa la salsa al pomodoro e fai ridurre per 10 minuti. Aggiusta di sale, regalagli un pizzico di zucchero e spezzettaci dentro due foglioline di basilico.
  5. Disponi le polpette vegetariane nella salsa, rigirandole delicatamente dopo alcuni minuti, affinché il sugo le ricopra totalmente. Falle cuocere a fuoco lento per un quarto d’ora.
  6. Le polpette light di lenticchie sono pronte. Servi accompagnandole con delle foglioline fresche di menta per la spinta profumata che ci piace e una spruzzata di zeste di limone per non farsi mancare proprio niente.

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Photos: Sara Cartelli

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Autore

Kristel Cescotto

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Kristel Cescotto

biografia:

Cogitatrice impegnata, praticante dell’Amore Universale, su di lei nemmeno una nuvola. A 30 anni non ha ancora la minima idea di come vuole essere a 32: una, nessuna ma forse non centomila. Grazie al cielo tutto scorre. Panta rei. E alla fine, come in uno splendido giardino Bahai, verrà estasiata da un’illuminazione. E vivrà per sempre felice e contenta.

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